Cardiopatici ed odontoiatria: ecco cosa fa la differenza
Negli ultimi decenni i progressi nell’ambito della medicina preventiva e della farmacologia hanno consentito di raggiungere una riduzione delle complicanze a breve e lungo termine di numerose patologie sistemiche.
Tra queste, le malattie dell’apparato cardiocircolatorio rivestono un ruolo di primaria importanza ed incidenza. Perciò, sempre più frequentemente, l’odontoiatra si troverà nella situazione di dover curare pazienti affetti da tali patologie.
Da un punto di vista pratico, l’obiettivo primario durante una seduta odontoiatrica di un paziente cardiopatico consiste nell’assicurare che le modificazioni emodinamiche indotte dal trattamento odontoiatrico non superino le riserve cardiovascolari del paziente. Ciò è raggiungibile innanzitutto minimizzando, durante la seduta, qualunque variazione dei parametri emodinamici, ossia mantenendo ottimali i valori di pressione arteriosa (PA), frequenza cardiaca (FC), gettata cardiaca e domanda di ossigeno del miocardio. Importante allo scopo risulta essere il controllo dello stress e dell’ansia mediante opportune tecniche e dispositivi per l’analgesia sedativa.
Il nostro centro odontoiatrico infatti mette a disposizione di tutti i pazienti sistemici le migliori tecnologie, come lo strumento per il monitoraggio polmonare, l’attività respiratoria e la frequenza cardiaca durante la sedazione o l’elettrocardiogramma a dodici derivazioni: il metodo più completo per il monitoraggio dell’attività cardiaca.
Inoltre scegliamo di trattare questi pazienti evitando l’interruzione delle loro eventuali terapie con anticoagulanti e/o antiaggreganti, con accurate valutazioni e con la garanzia della massima precisione e sicurezza, utilizzando sistemi avanzati di emostasi ed eliminando eventuali rischi durante tutte le cure odontoiatriche.