Tutto quello che devi sapere sulla pulpite e perché non dovresti sottovalutarla

La polpa dentaria è la parte più interna del dente, ricca di terminazioni nervose, arteriose, venule e odontoblasti (cellule adibite alla produzione di dentina). Quando si infiamma genera un processo infiammatorio chiamato Pulpite.

L’infiammazione classicamente è accompagnata da quattro sintomi: dolore, rossore, gonfiore ed impotenza funzionale. Quando ciò si verifica a carico della polpa dentale, avviene un fenomeno particolare che è l’auto strangolamento: la polpa dentale si trova in una camera chiusa e rigida all’interno del dente, la cosiddetta camera pulpare. Il gonfiore che caratterizza l’infiammazione viene bloccato dalla dentina e la pressione che ne deriva oltre a determinare un dolore violentissimo non consente più al sangue di arrivare alla polpa dentale che “muore soffocata”.
I segnali di avvertimento che il nostro corpo ci lancia, quando la polpa del dente è sotto attacco batterico, sono diversi ma tutti contraddistinti da una fastidiosa sensazione di dolore. Quelli che contraddistinguono la pulpite del dente e che non dovremmo sottovalutare sono:

• aumento della sensibilità del dente agli stimoli termici e ai cibi contenenti alte quantità di zuccheri o acidi
• sensazione di pulsazione del dente, frequentemente durante la posizione da decubito o la notte, data dall’aumento di pressione nei vasi sanguigni della polpa durante l’infiammazione,
• dolore durante la masticazione, quando la pulpite al dente è già in fase avanzata.

Nella maggior parte dei casi, la pulpite è l’immediata conseguenza di un danno cariogeno o traumatico. La carie è un processo distruttivo del dente che causa la progressiva demineralizzazione di smalto e dentina. I batteri presenti nel cavo orale, ghiotti di zuccheri, producono sostanze acide a partire dalla fermentazione dei carboidrati: sono proprio questi prodotti acidi a traforare lo smalto, raggiungendo la dentina ed intaccando la polpa del dente fino a scatenare la pulpite.